I pazienti che hanno subito un trapianto di organi necessitano sempre più di una riabilitazione dentale perché spesso, prima dell’intervento di trapianto, sono sottoposti all’estrazione di elementi dentali compromessi che potrebbero creare delle complicazioni al trapianto a causa di infezioni o infiammazioni nel cavo orale.
Implantologia nei pazienti che hanno subito un trapianto di organi
Solo nel 2015 sono stati registrati in Europa oltre 3200 trapianti e in particolare il 61,46% di reni e il 23,52% di fegato. Nella maggior parte dei casi questi pazienti, dopo il trapianto, hanno un’aspettativa di vita che supera i vent’anni.
Per questo motivo chi ha dovuto sottoporsi a un’estrazione forzata dei denti, per precauzione e maggiore sicurezza rispetto alla presenza di infezioni e infiammazioni nel cavo orale, non può certo rinunciare a una qualità di vita che passa anche per un ritrovato sorriso.
La riabilitazione dentale su pazienti edentuli, in questo caso su pazienti che hanno anche subito un trapianto, è di fatto la possibilità di ritrovare non solo il sorriso e una vita sociale più serena, ma anche di ripristinare le funzioni masticatorie.
Tipologia di impianti dentali per la riabilitazione dentale dopo il trapianto di organi
L’utilizzo di impianti in titanio è considerato, nell’odontoiatria contemporanea, il metodo migliore per la sostituzione dei denti mancanti attraverso la tecnica dell’implantologia.
Nei casi di pazienti che hanno subito il trapianto di organi, va comunque considerato l’impatto dei farmaci immunosoppressori che questa tipologia di pazienti deve assumere a vita.
Per molti anni, le terapie con farmaci immunosoppressori venivano considerate una delle controindicazioni dell’implantologia.
Nuove possibilità per la riabilitazione dentale
In uno studio pubblicato su Implant Dentistry di ottobre 2019, alcuni ricercatori hanno effettuato una valutazione funzionale ed estetica della riabilitazione dentale con implantologia in pazienti sottoposti a terapia immunosoppressivo dopo il trapianto di organi.
Il campione dell’indagine è stato costituito da 21 pazienti in terapia con immunosoppressori dopo aver subito il trapianto.
Nei 21 pazienti sono stati inseriti 24 impianti, il protocollo di ricerca ha previsto la sostituzione di un singolo dente mancante con un impianto in titanio.
A distanza di due anni dall’inserimento degli impianti in titanio è stata eseguita la valutazione meccanica e la misurazione oggettiva della stabilità dell’impianto, riscontrando il pieno successo della terapia implantare.
Implantologia senza rischi
Dai dati emersi dalla ricerca si può concludere, ma si cercheranno conferme in altre ricerche, che i pazienti che hanno subito un trapianto di organi possono tranquillamente sottoporsi efficacemente alla riabilitazione dentale attraverso l’implantologia.
Risultati che possono essere applicati a tutti i pazienti sottoposti a terapie immunosoppressive, anche per ragioni diverse dal trapianto.