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Campanello d’allarme: denti mobili

Denti Mobili

Senti qualcosa di strano in bocca? I tuoi denti si muovono? La mobilità, quando è lieve, può essere di natura fisiologica, diventa un campanello d’allarme se è più accentuata. In quest’articolo scopriremo insieme quali sono i sintomi, le cause e i rimedi della mobilità dentale. Ma attenzione! Per fugare ogni dubbio e non aver paura di svolgere le attività più normali, come lavare i denti, consulta il dentista.

Denti mobili, sintomi e cause

Gengivite vs ParodontiteGengive gonfie, doloranti e sanguinanti, alito cattivo, queste le premesse sintomatiche di una malattia parodontale o piorrea, che può essere confusa con una gengivite. Solo consultando il tuo dentista e con un sondaggio parodontale, che consiste nell’analisi microbiologica delle tasche gengivali e in radiografie specifiche, potrai avere certezza che si tratti di parodontite e sapere se la tua recessione gengivale sia più o meno grave (secondo le quattro classi di Miller). I sintomi, precedentemente indicati e comuni alle fasi iniziali, peggiorano con l’avanzare del problema: con l’aumento dello spazio interdentale, la presenza di pus, l’assottigliamento gengivale e, nei casi peggiori, la perdita dei denti.

Le cause più comuni all’origine della malattia, sono tre e, spesso, sono strettamente interrelate:

  • processi infiammatori come gli ascessi. Quando è in atto un’infiammazione, i tessuti molli lo diventano ancora di più. Il risultato? La radice del dente sarà come “galleggiante” nell’osso o alveolo;
  • processi meccanici consistenti in forze a carico sul dente che, nel lungo periodo, possono peggiorare e aumentare la mobilità dei denti. Proprio questi movimenti meccanici sono considerati  la più probabile “porta d’ingresso” di una parodontite. In questo caso, il paziente dovrà adottare una serie di strumenti terapeutici da valutarsi tenendo conto di diversi fattori: il grado di mobilità, la possibilità di sostituire protesicamente l’elemento interessato, l’età e lo stato del paziente. Se, con l’adozione di una terapia, la mobilità allo stadio più elevato non regredisce, potrebbe essere necessario ricorrere all’estrazione del dente;
  • fattori biologici ed ereditari. In casi del genere, si interviene per arrestare o arginare la progressione della malattia parodontale con lo splintaggio, una forma di unione meccanica, o la protesizzazione di elementi più mobili con altri meno mobili.

Con l’aiuto del dentista potrai sapere con certezza quali cause o concause hanno contribuito all’insorgere del problema. Con un check-up odontoiatrico a cadenza almeno annuale, il paziente, soprattutto l’adulto, può intercettare il problema in tempo così da evitarne la progressione.

Come rimediare alla parodontite?

Dopo una diagnosi certa, l’intervento del dentista sarà calibrato a seconda del caso singolo e dello stadio più o meno avanzato della malattia.
I trattamenti non chirurgici sono il primo approccio per affrontare la parodontite, e consistono in:pulizia dei denti

  • pulizia dei denti e rimozione del tartaro, cui va affiancata una regolare e quotidiana igiene orale
  • sedute di pulizia radicolare profonda o scaling per tenere sotto controllo il decorso della malattia parodontale, allo stadio iniziale
  • laser per eliminare i batteri tramite la vaporizzazione. Si rimuove così l’area malata sulla gengiva senza danni sui tessuti sani e sul dente e rigenerando il tessuto osseo.

Si opta, invece, per il trattamento chirurgico quando altri rimedi non riescono ad arrestare l’evoluzione della patologia.

Ci sono due diverse soluzioni chirurgiche:

  • la chirurgia resettiva rimodella l’osso, importante sostegno per i denti. Con questo tipo di interventi si annullano anomalie, irregolarità e tasche gengivali che sono molto profonde quando la parodontite è allo stadio avanzato. E’ qui che si accumula la placca, con la proliferazione dei batteri e conseguente infiammazione.
  • la chirurgia rigenerativa impiega tecniche ricostruttive o rigenerative per riformare il tessuto osseo compromesso dalla malattia con l’innesto di nuovo tessuto osseo. La rigenerazione ossea può avvenire in due modi: tramite l’auto-trapianto osseo, ossia il prelievo dell’osso da un’altra parte del corpo e l’innesto nella gengiva; con l’applicazione di un osso artificiale, realizzato in materiale sintetico e biocompatibile, e che, installato nella gengiva e ricoperto da una membrana riassorbibile, fa un tutt’uno con l’osso. Sulla rigenerazione ossea, e per entrambe le modalità, interviene la clinica Sanident, dove i medici specialisti hanno adottato modernissime tecniche di implantologia.

 

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