Quali sono i fattori che collegano la parodontite apicale all’eccessiva assunzione di caffeina? Ne parleremo in questo articolo analizzando quelli che sono i dati di una recente ricerca odontoiatrica.
Cos’è la parodontite apicale?
La parodontite apicale è un’infezione del cavo orale generata dal tessuto pulpare radicolare infiammato e con forte carica batterica. In mancanza di un trattamento endodontico adeguato ed efficace, la parodontite apicale acuta può degenerare in una lesione apicale dell’osso.
I sintomi di una parodontite apicale sono:
- dolore lancinante continuo;
- dolore accentuato durante la masticazione;
- dolore al contatto.
La presenza di parodontite apicale acuta espone il paziente a un rischio altissimo verso le infiammazioni sistemiche e patologie quali: malattie cardiovascolari e diabete mellito.
Caffeina e predisposizione alla parodontite apicale
In uno studio in vitro di laboratorio eseguito su dei ratti, che è in fase di pubblicazione sull’International Endodontic Journal, i ricercatori hanno valutato le conseguenze dell’eccessiva assunzione di caffeina sui processi di infiammazione e di riassorbimento osseo associati alla parodontite periapicale.
Il test per la valutazione dell’effetto della caffeina è stato effettuato su 16 ratti Wistar. In ciascun animale, a livello dei quattro primi molari, è stata indotta, in laboratorio, la parodontite periapicale.
Per la valutazione sono stati suddivisi in due gruppi:
- Gruppo di controllo, in cui sono stati inclusi ratti con parodontite periapicale;
- Gruppo sperimentale, in cui sono stati inclusi ratti con parodontite periapicale a cui è stata somministrata caffeina secondo uno specifico protocollo prestabilito.
Nel gruppo sperimentale gli animali hanno ricevuto 10 mg per ogni 100 g di peso corporeo al giorno di caffeina tramite sonda gastrica da quindici giorni prima dell’induzione della PP e continuando per altri trenta giorni fino all’eutanasia.
Al trentesimo giorno gli animali sono stati soppressi e le mascelle rimosse per eseguire la microtomografia computerizzata, l’analisi istologica e l’immunoistochimica per valutare gli indici di infiammazione.
I risultati dello studio in laboratorio
Nel gruppo sperimentale, ossia in quello in cui ai ratti veniva somministrata caffeina, sia il processo infiammatorio che il riassorbimento osseo è risultato significativamente maggiore rispetto al gruppo di controllo.
Dai dati della ricerca, che devono trovare conferma in altri lavori analoghi e soprattutto essere riportati su pazienti umani, si può dunque concludere che l’eccessiva assunzione di caffeina è in grado di aumentare la distruzione ossea periapicale e il processo infiammatorio.