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Bocca che brucia: come intervenire?

bocca che brucia

La sindrome della bocca che brucia (Burning Mouth Syndrome) è una patologia che riguarda le mucose orali, a differenza però di altre malattie che coinvolgono tessuti e mucosa orale, la sindrome della bocca che brucia non presenta una sintomatologia evidente.

L’importanza di una corretta diagnosi

problemi deglutizione

Sentire un bruciore in bocca potrebbe essere un sintomo sottovalutato, alle volte la malattia si manifesta anche con altri sintomi come un formicolio o l’intorpidimento dei tessuti orali.

È fondamentale rivolgersi all’odontoiatra di fiducia già ai primi sintomi, una diagnosi tempestiva può salvaguardare la salute del paziente.

La diagnosi della sindrome della bocca che brucia può essere accurata solo se viene eseguita una attenta anamnesi del paziente, rivolgersi in questa fase a odontoiatri con competenze specializzate può fare la differenza.

La sindrome della bocca che brucia è una patologia che può aggravarsi nell’arco di pochissimo tempo. Di solito i pazienti riferiscono che il bruciore alla bocca aumenta fino a diventare insopportabile. La maggior parte dei pazienti riferisce che il bruciore diventa più intenso durante le ore serali, mentre diminuisce durante i pasti principali.

La diminuzione del dolore durante i pasti principali sarebbe legato a una “distrazione” del sistema neurologico coinvolto nella masticazione e nella produzione di saliva.

A differenza di altre patologie del cavo orale, la sindrome della bocca che brucia non presenta lesioni delle mucose orali, per cui la diagnosi si basa esclusivamente sui sintomi riportati dal paziente. Si procede dunque per esclusione partendo dalle malattie sistemiche, tra cui il diabete che tra i suoi sintomi ha anche il bruciore alla bocca.

L’origine della sindrome della bocca che brucia

Sono stati effettuati numerosi studi sperimentali e dai dati emersi è stato confermato che si tratta di una neuropatia, ossia un danno organico del sistema nervoso. L’origine del bruciore alla bocca è probabilmente dovuto a un difetto recettoriale periferico, a un difetto nella trasmissione lungo le piccole fibre nervose a livello della mucosa orale o a una errata interpretazione degli stimoli a livello centrale.

La causa che provoca questi danni al sistema nervoso è ancora sconosciuta.

Approccio multidisciplinare e terapia

Nel pianificare il trattamento per la sindrome della bocca che brucia è importante che l’odontoiatra sia in stretto contatto con un neurologo sia per validare la tipologia di diagnosi che valutare insieme anche il trattamento da seguire.

Oltre agli accertamenti che possono essere effettuati all’interno della clinica odontoiatrica, è necessario che il paziente si sottoponga anche a degli esami dal punto di vista neurologico.

Patologie che possono sembrare prettamente odontoiatriche come l’ipersensibilità dei denti, che si manifesta in pazienti con la sindrome della bocca che brucia, possono avere invece all’origine un’alterazione del sistema nervoso.

Il fattore emotivo

I pazienti affetti da bruciore cronico alla bocca devono affrontare una patologia invalidante che spesso richiede anche molto tempo prima di essere diagnosticata con certezza. Questo comporta stati di ansia o addirittura di depressione.

Il fattore emotivo gioca dunque un ruolo fondamentale anche nella fase del trattamento della patologia. Nell’ottica di un approccio multidisciplinare che guardi al benessere complessivo del paziente è importante che ci si avvalga anche di un supporto psicologico.

Il trattamento della sindrome della bocca che brucia

La sindrome della bocca che brucia deve essere trattata come tutti i disturbi di tipo neuropatico. Il trattamento prevede l’utilizzo di:

  • farmaci anticonvulsivanti
  • antidepressivi a basso dosaggio per inibire la genesi del dolore a livello periferico
  • farmaci a base di acido gamma aminobutirrico che riducono la percezione del dolore a livello centrale

La terapia deve essere comunque personalizzata perché alcuni pazienti rispondono meglio a una molecolare rispetto a un’altra. Tutti i pazienti inoltre devono essere incoraggiati a mantenere una buona vita di relazione, in ambito lavorativo e familiare.

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