La parestesia è quella sensazione di formicolio e intorpidimento che può verificarsi a seguito di un intervento di chirurgia orale. La parestesia in ambito odontoiatrico interessa in genere il nervo alveolare inferiore, un tessuto particolarmente vulnerabile.
Cosa si intende per parestesia del nervo alveolare?
Di norma la parestesia non è una patologia che provoca dolore, ma arreca al paziente numerosi disagi. Si manifesta con l’assenza di sensibilità al labbro inferiore e fino al mento, accompagnata alle volte da prurito o bruciore. Quello che accade dal punto di vista scientifico è una lesione del sistema nervoso centrale o delle strutture nervose periferiche.
La parestesia può essere temporanea o definitiva a seconda della condizione che l’ha determinata. Parliamo di parestesia temporanea se a determinarla è stata una compressione del fascio nervoso e dunque eliminata la compressione si riabilita anche la parte interessata. Nella condizione di parestesia definitiva la condizione è purtroppo irreparabile.
Parestesia in odontoiatria
In odontoiatria gli interventi per cui il paziente è a rischio di parestesia sono:
- estrazione del dente del giudizio;
- implantologia;
- chirurgia maxillo facciale (per la cura di neoplasie o cisti);
- trattamento endodontico (devitalizzazione).
Tra tutte, l’estrazione dei terzi molari, ovvero i denti del giudizio, è certamente la causa più frequente. La possibilità che si verifichi un trauma al nervo alveolare inferiore è infatti, in questo caso, aumentata dalla prossimità delle radici dei terzi molari con il tessuto del nervo alveolare inferiore.
Casi di parestesia possono verificarsi anche a seguito di un trattamento endodontico. Durante la fase di curettage (pulizia) dell’alveolo, alcune schegge di osso possono infilarsi nel canale mandibolare e comprimere la struttura nervosa, di solito il fenomeno è reversibile.
Durante interventi più complessi, come può essere ad esempio un intervento di implantologia, può accadere che durante la fase di inserimento degli impianti si possa verificare uno stiramento del nervo alveolare con conseguente parestesia.
Probabilità di incorrere in una parestesia e come risolverla
La letteratura scientifica riporta un caso di parestesia ogni 1000 interventi odontoiatrici. La maggiore incidenza registrata riguarda, in particolare, le estrazioni di denti del giudizio e gli interventi di implantologia.
Nella maggior parte dei casi la patologia è reversibile, è sufficiente eliminare la causa della compressione del nervo per ripristinare ogni funzionalità. Per riportare la situazione alla normalità nel più breve tempo possibile è possibile associare una terapia farmacologica a base di antinfiammatori.
Come per ogni patologia, non solo del cavo orale, prevenire è sempre meglio che curare. Per questo motivo è fondamentale, prima di ogni intervento odontoiatrico, analizzare nel dettaglio la posizione del nervo alveolare attraverso una diagnostica per immagini.
Pianificare l’intervento in ogni sua fase evita al paziente fastidiose e pericolose complicanze dovute proprio alla compromissione dei tessuti nervosi.
Esami diagnostici effettuati con strumentazioni all’avanguardia, come la Tac Cone Beam, permette di avere l’immagine tridimensionale della condizione anatomica del paziente. Immagini dettagliate e ad altissima definizione aiutano l’odontoiatra a ridurre il rischio operatorio perché si può esattamente conoscere la posizione del nervo rispetto alla zona d’intervento, evitando qualsiasi tipo di danneggiamento.