Il fallimento dell’implantologia a causa di un’infezione all’impianto dentale è un evento che si verifica raramente, grazie all’elevata percentuale di successo raggiunta negli anni.
Infezione all’impianto dentale: quali rischi si corrono
Contrarre un’infezione agli impianti dentali significa mettersi nelle condizioni di perdere gli impianti. La perimplantite, questo è il nome della patologia, colpisce infatti l’impianto dentale compromettendo l’osso in cui l’impianto è inserito, questo provoca un cedimento e la perdita della stabilità dell’impianto fino alla caduta.
La perimplantite è una patologia analoga alla parodontite, entrambe infatti sono caratterizzate dal proliferare dei batteri anaerobi Gram negativi ed entrambe hanno come estrema conseguenza la caduta dei denti/impianti.
Il principale rischio in cui incorre chi si è sottoposto a un intervento di implantologia è che dopo aver seguito le raccomandazioni dell’odontoiatra nei periodi immediatamente successivi all’inserimento degli impianti, inizi un po’ a trascurare la cura dell’impianto.
La perimplantite infatti può insorgere anche molti mesi dopo l’intervento di implantologia, per cui monitorare con costanza gli impianti dentali, con visite specialistiche e igiene quotidiana, dovrebbe essere un’abitudine costante e non solo sporadica.
Perimplantite e infezione ai denti naturali adiacenti all’impianto
La correlazione tra perimplantite e parodontite è molto stretta. Nella fase di pianificazione di un intervento di implantologia infatti l’odontoiatra si accerta che non ci sia in corso un’infezione ai tessuti del parodonto; se ci fosse questo tipo di diagnosi, l’inserimento degli impianti avverrebbe solo in seguito alla completa rimozione della parodontite.
L’infezione ai denti naturali infatti potrebbe spostarsi sugli impianti e provocare il fallimento implantare. C’è un’evidenza clinica per cui, pazienti che nell’arco della loro vita hanno contratto la parodontite hanno più probabilità di essere soggetti a una perimplantite.
La correlazione vale anche per condizioni inverse, in presenza di un’infezione all’impianto dentale, i denti naturali adiacenti potrebbero essere in pericolo ed essere attaccati dai batteri.
La cura dei denti dunque deve essere sempre volta a monitorare una condizione di salute complessiva, solo un professionista competente può valutare il grado di rischio di una specifica condizione clinica.
Come curare l’infezione dell’impianto dentale per salvaguardare i denti naturali
La possibilità di guarire da una perimplantite dipendono dallo stato di avanzamento della patologia, intervenire tempestivamente porta ad una maggiore probabilità di successo.
Quando l’infezione agli impianti dentali è nelle sue prime fasi, il trattamento odontoiatrico prevede la somministrazione di farmaci antibiotici e applicazioni locali di antisettici. Al trattamento farmacologico può essere associato anche un trattamento laser per eliminare i batteri.
Se invece l’odontoiatra si troverà davanti a una perimplantite ad uno stadio avanzato sarà obbligato a intervenire con un trattamento chirurgico per ripulire la parte d’impianto attaccato dai batteri. Il curettage chirurgico potrà essere esguito con l’incisione e il sollevamento del lembo gengivale (cielo aperto) oppure senza alcuna incisione (cielo chiuso).
Prendersi cura dell’impianto dentale dopo l’implantologia rimane la soluzione più efficace per evitare qualunque tipo di inconveniente.