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La visita senologica fornisce informazioni circa la presenza di noduli la cui natura verrà poi precisata da esami più approfonditi, quali fattori di rischio e di sintomi.

Durante la visita vengono raccolte informazioni relative ad una eventuale familiarità positiva per carcinoma della mammella, all’età di comparsa e di scomparsa del ciclo mestruale, all’età della prima gravidanza, all’allattamento, al regime dietetico, alle pregresse biopsie e alle terapie ormonali continuative.

Le linee guida dell’American Cancer Society per le donne asintomatiche (donne che non presentano sintomi sospetti per carcinoma della mammella) prevedono che dai 20 ai 39 anni, tutte le donne dovrebbero essere sottoposte a visita senologica da parte di un medico specialista, almeno ogni tre anni.

La donna che invece presenta un sintomo di qualunque tipo a carico della mammella dovrebbe rivolgersi immediatamente allo specialista che provvederà alla visita senologica ed eventualmente a consigliare ulteriori accertamenti diagnostici.

Con l’esame vengono analizzate le caratteristiche degli eventuali sintomi, quali la tumefazione, la mastodinia e la secrezione dal capezzolo, la forma, le dimensioni, la simmetria ed il profilo di entrambe le mammelle.

Si valutano anche la cute (il colore, l’edema, la retrazione, la tumefazione) e il capezzolo (la retrazione, la deviazione e la presenza di escoriazioni).

L’ecografia mammaria consiste nello studio della struttura mammaria attraverso gli ultrasuoni.

L’ecografia è particolarmente utile nella caratterizzazione delle lesioni benigne, come cisti e fibroadenomi, che se sicuramente individuati come tali da questo esame non necessitano di un ulteriore controllo tramite mammografia.

Nelle donne di età inferiore ai 30 anni, l’ecografia viene eseguita come indagine primaria qualora ci si trovi di fronte alla presenza di un nodo palpabile.

Nelle donne di età superiore ai 30 anni, in caso di nodo palpabile, è comunque consigliabile associare all’ecografia una mammografia.

È opportuno eseguire l’ecografia in tutte le pazienti, anche asintomatiche, come completamento diagnostico di una mammografia in cui sia stata evidenziata una lesione o un’alterazione della struttura ghiandolare.

L’esame può essere effettuato in qualsiasi fase del ciclo mestruale.

L’ecografia mammaria è un’indagine diagnostica che non utilizza radiazioni ionizzanti (raggi x) ma ultrasuoni.

Viene eseguita utilizzando un’apparecchiatura dedicata, l’ecografo digitale.

La paziente si dispone in posizione supina su un lettino da visita, con il torace scoperto. Il medico che esegue l’esame versa sulla parte da esaminare una piccola quantità di gel acquoso, che ha lo scopo di favorire il passaggio degli ultrasuoni dalla sonda utilizzata per l’esame alla mammella.

La sonda ecografica viene fatta scorrere sul seno e l’immagine che si ottiene viene visualizzata istantaneamente sul monitor dell’ecografo.

Nel corso dell’indagine vengono acquisite alcune immagini per documentare l’avvenuta effettuazione dell’esame e l’eventuale presenza di reperti significativi.

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